È un dato di fatto: il cambiamento climatico tiene in scacco il mondo intero, che si sta gradualmente riscaldando. Tra il 1991 e il 2020, la Champagne ha registrato un aumento della temperatura media di 1,3°C rispetto agli anni 1961-1990. Questo fenomeno ha un impatto considerevole sui vigneti e impone a Maison Ruinart di ripensare i propri metodi. La cuvée Ruinart Blanc Singulier, testimone di un clima in continua evoluzione, ci rende più coscienti dell'impatto del cambiamento climatico, perpetuando lo spirito pionieristico di una Maison che coniuga tradizione e innovazione.
Di seguito, la sua storia.
30 ANNI DI CAMBIAMENTO CLIMATICO
“QUELL’ANNO, LA VENDEMMIA È INIZIATA IL 1° SETTEMBRE. IN UN’EPOCA IN CUI TALE ATTIVITA' POTEVA PROTRARSI FINO AI PRIMI GIORNI DI OTTOBRE, CIÒ RAPPRESENTAVA UN PRECEDENTE UNICO”.
Parlando della storia delle vendemmie, Florence Boubée-Legrand, enologa di Maison Ruinart, fa riferimento al 1976, uno dei primi anni in cui si è verificata un’ondata di calore. Da allora le stagioni con una maturazione precoce si sono moltiplicate, rendendo a volte necessario chiedere ai lavoratori di anticipare la fine delle vacanze. “Dal 2003, vero e proprio anno di svolta, ben sette vendemmie sono iniziate ad agosto. E dal 2017 abbiamo avuto un’annata anticipata ad anni alterni”, conferma Florence. Variazioni, imprevedibilità, condizioni estreme: sia nel terreno che nel vino, il fenomeno causa sconvolgimenti e la Champagne tende a passare da un clima fresco a uno temperato. Soggetti a un costante aumento delle temperature medie e a inverni più miti, i vigneti talvolta si risvegliano prima, con il rischio di gelate primaverili potenzialmente distruttive. Anche il numero di giorni tra la fioritura e la vendemmia è diminuito, passando in media da 100 a 87 giorni. Questa accelerazione influenza le caratteristiche delle uve, che sviluppano più zuccheri e meno acidità. Per semplificare, il profilo aromatico e l’equilibrio dei vini cambia col passare del tempo. Maison Ruinart si adatta a questa nuova espressione del suo terroir di fronte a una natura imprevedibile.
50 giorni separano il primo giorno di vendemmia nel 1972 e nel 2011, avvenuta rispettivamente il 12 ottobre e il 23 agosto.
Dal 2003, sette vendemmie sono iniziate nel mese di agosto, di cui 5 nelle annate più recenti
Tra la fioritura e la vendemmia passavano 100 giorni. Questo periodo si è ridotto a una media di 87 giorni negli ultimi dieci anni
INDICI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Gli enologi e i viticoltori ricorrono a degli indici specifici per misurare l’impatto del cambiamento climatico sui vigneti. Maison Ruinart segue accuratamente l’indice eliotermico di Huglin, che rispecchia le condizioni climatiche durante il ciclo di produzione del vino in base alla temperatura media da maggio a ottobre.
10
Dal 2006 la regione dello Champagne ha sperimentato un clima temperato in 10 occasioni, avvicinandosi alle temperature di altre regioni più a sud.
Indice di Huglin
Scorrere per scoprire altre statistiche
RUINART, UN IMPEGNO CHE DURA DA PIÙ DI 20 ANNI
Ondate di calore anticipate o tardive, temperature record, livelli di soleggiamento e precipitazioni imprevedibili: come osservatrice quotidiana di una natura che evolve seguendo i capricci del tempo, Maison Ruinart è in prima linea quando si tratta di proteggere il proprio terreno. “Tutto inizia nel vigneto, dove nascono i frutti”. Implementare una viticoltura più sostenibile è fondamentale per preservare sia l’ambiente che la qualità del terreno e delle uve”, conferma Jean-Francois Jourdain, responsabile dei vigneti di Sillery e Taissy. All’avanguardia nella viticoltura sostenibile, Ruinart ha iniziato a trasformare le sue pratiche fin dagli inizi degli anni 2000. Vent’anni dopo la Maison ha ridotto del 50% l’uso di input e fungicidi e non si affida più a erbicidi o insetticidi.
IL VIGNETO DI TAISSY: UN LABORATORIO A CIELO APERTO
Un dolce pendio, viti che si affacciano sui boschi adiacenti, abili custodi che accudiscono silenziosamente e sapientemente le vigne e i grappoli in ogni stagione: a prima vista, lo scenario del vigneto di Taissy è sorprendentemente simile a quello dei suoi appezzamenti vicini. Eppure, lo sguardo è subito attratto da tre figure intriganti che si ergono benevole. Realizzata da NILS-UDO, Habitats è una dimora per uccelli, scoiattoli, api, millepiedi e coccinelle. Ben più di un’installazione artistica che perpetua l’impegno storico della Maison nei confronti dell’arte e della creatività, l’opera di questo artista tedesco, realizzata interamente in legno e tralci di vite, è un invito alla riflessione e alla rigenerazione, a cui contribuisce.
Un’altra iniziativa di punta dell’impegno di Ruinart per la biodiversità resiliente è un vasto progetto agroforestale che pone le basi per la viticoltura di domani. L’idea è di piantare 20.000 alberi e arbusti e di installare 195 case per insetti e nidi artificiali costruiti per essere rifugi per la fauna locale. Creando corridoi ecologici, questi rifugi collegano aree diverse all’interno di un territorio, favorendo la nascita di ecosistemi diversi ma interconnessi. Il ripristino della biodiversità facilita anche lo sviluppo delle radici, migliorando la struttura del suolo. I primi dati dimostrano già l’efficacia di queste installazioni, con un aumento di artropodi, nematodi e lombrichi in quelle aree. Certificato High Environmental Value and Sustainable Viticulture dal 2014, quello di Taissy è oggi più che mai un vigneto che si sta adattando al futuro.
Con l’aiuto di una startup, Ruinart sta misurando il DNA ambientale di diversi campioni di suolo provenienti dai cinque ecosistemi presenti a Taissy...
Con l’aiuto di una startup, Ruinart sta misurando il DNA ambientale di diversi campioni di suolo provenienti dai cinque ecosistemi presenti a Taissy: foresta, prato, siepe intraparcellare, filare e interfilare. I primi risultati? A soli otto mesi dall’ultimo impianto di siepi, i decompositori di materia organica e i vermi di superficie stanno tornando in numero significativo.
IL DOCUMENTARIO
Il film di Yann Arthus-Bertrand e del co-regista Jérémy Frey Savoir (Re)Faire, che documenta un anno in Champagne, presenta una visione artistica e impegnata delle sfide che la produzione di champagne deve superare. Il documentario rende omaggio all’eccellenza della regione attraverso una serie di incontri con esperti e figure chiave del settore, tra cui enologi, viticoltori e chef de caves.
RIPENSANDO LO CHARDONNAY
I cambiamenti climatici determinano una maturazione più rapida e uno Chardonnay dalle espressioni aromatiche uniche. Questa trasformazione coincide con la sfida di produrre vino in un’epoca segnata dal riscaldamento globale. Più di 20 anni fa Maison Ruinart ha definito con coraggio il suo stile presentando il suo primo Blanc de Blancs: una mossa audace in un’epoca in cui uno champagne 100% Chardonnay non era molto apprezzato.
Oggi, la Maison dimostra ancora una volta il suo spirito pionieristico. Dall’unione tra una visionaria esperienza di vinificazione e l’impegno per l’innovazione, è nata una nuova cuvée: Ruinart Blanc Singulier.
RUINART BLANC SINGULIER: UN’INNOVAZIONE CHE PROVIENE DALLA NATURA
“È la natura a decidere”. Frédéric Panaïotis ricorda la nascita di Blanc Singulier come fosse ieri. È il 2015 e “contrariamente ai risultati passati del ciclo della vite che ora reagisce diversamente, iniziamo a sentire l’impatto del riscaldamento globale sull’equilibrio e sull’aroma della nostra materia prima, l’uva”. La situazione sta cambiando e, di fronte a questi profili in evoluzione, lo Chef de Caves di Maison Ruinart e il suo team si chiedono “come far risaltare questi profili aromatici atipici di Chardonnay - di per sé una novità - in modo da creare una cuvée a loro immagine”. La ricerca avanza attraverso il riassemblaggio e l’invecchiamento in grandi tini di rovere, con una promessa di autenticità: una cuvée composta all’80% da vini di un’annata con un clima atipico, un profilo aromatico di particolare maturità e un contenuto di zuccheri nullo o molto basso.
Ruinart Blanc Singulier è composto al 23% da una speciale riserva perpetua...
Ruinart Blanc Singulier è composto al 23% da una speciale riserva perpetua. Questa tecnica permette di isolare un’annata che funge da base e che viene integrata anno dopo anno dai frutti di una nuova vendemmia. Lo scopo? “Apportare un po’ di patina e morbidezza ad alcuni vini che vengono poi usati nell’assemblaggio finale di Ruinart Blanc Singulier”. Per quanto riguarda l’elaborazione di questa annata, la variazione aggiunge un ulteriore livello di complessità alle sfaccettature e aromatiche e alla struttura del vino. Queste sfumature contribuiscono a sottolineare l’esclusiva espressione aromatica delle uve Chardonnay”, spiega Florence Boubée-Legrand. Ad oggi questa riserva perpetua combina vini influenzati dal cambiamento climatico provenienti da sei anni diversi.
Un processo di produzione ripensato con:
Una selezione e un nuovo assemblaggio di 100% Chardonnay, frutto di un anno climatico singolare
La creazione di una riserva perpetua specifica, di cui la metà invecchiata in botti di legno e l’altra in vasche in acciaio inox.
Invecchiamento in cantina per 36 mesi, ovvero da 6 a 12 mesi più lungo rispetto a Ruinart Blanc de Blancs.
Un dosaggio di zucchero nullo o basso, mentre tradizionalmente in Champagne i viticoltori aggiungono ai vini il cosiddetto “liquore di dosaggio”, composto da zucchero sciolto nel vino. In questo modo ogni edizione di Ruinart Blanc Singulier acquisisce la pienezza necessaria per esprimere le caratterisctiche dell'anno di vinificazione, presentandosi come Brut Nature o Extra Brut a seconda dell'edizione.
A CAVALLO TRA UNICITÀ, RARITÀ E RAFFINATEZZA
A testimonianza dei cambiamenti climatici e di una natura in continua evoluzione, Ruinart Blanc Singulier incarna un anno senza precedenti. Ed è proprio perché l’imprevedibile non può essere previsto che Ruinart ha fatto una promessa... quella di non promettere di produrre ogni anno un’edizione così eccezionale. “Nel 2019 abbiamo vissuto una stagione calda e soleggiata, che ha accelerato il ciclo vegetativo delle nostre viti, con vendemmie mature e precoci iniziate già ad agosto. La natura ci ha regalato questa prima cuvée unica nel suo genere ed è impossibile prevedere quando ci chiamerà nuovamente a rinnovare ed espandere la collezione di Blanc Singulier”, spiega Frédéric Panaïotis. La struttura rotonda e intensa, la dolcezza naturale quasi mielosa, il carattere vegetale e il colore giallo brillante e luminoso che caratterizzano l’Édition 19 quando si scalda rimarranno probabilmente ineguagliati. In attesa di poterlo confrontare con un’altra cuvée da aggiungere alla collezione: quella di un altro Ruinart Blanc Singulier.
Per scoprire l’Édition 19 di Ruinart Blanc Singulier, Maison Ruinart vi invita a Reims, nella regione dello Champagne. Book your visit here.
“LAVORIAMO CON UNA MATERIA ALLA QUALE DOBBIAMO ADATTARCI. OVVIAMENTE, POTREMMO TROVARE PROFILI AROMATICI SIMILI NELLE EDIZIONI FUTURE, MA CI SARÀ NATURALMENTE UNA CERTA VARIABILITÀ”.
Florence Boubée-Legrand, enologo della Maison Ruinart